20 Dic manipolazione miofasciale
La tecnica agisce sul tessuto connettivo per sciogliere le aderenze e recuperare la normale elasticità.
Il Sistema Fasciale è l’insieme dei tessuti connettivi di origine mesodermica quali tendini, legamenti, capsule, guaine e aponeurosi che hanno il compito di distribuire le sollecitazioni meccaniche a cui sono sottoposti ai tessuti. Il tessuto connettivo infatti forma una sorta di fitta ragnatela che riveste ossa, muscoli e organi e che veicola le informazioni di natura meccanica (propriocezione) attraverso di essi.
Il sistema fasciale:
- unisce, sostiene e protegge il corpo;
- partecipa al mantenimento della postura e ala realizzazione del movimento;
- contribuisce alla difesa immunitaria;
- svolge un ruolo di ridistribuzione dei carichi che gravano sul corpo per evitare che una parte venga sovraccaricata in eccesso e si generi una patologia.
Spesso i dolori di natura muscolare e articolare sono il risultato di una catena di eventi la cui origine può essere in un distretto corporeo lontano da quello in cui si sta manifestando il dolore.
La manipolazione miofasciale si fonda sulla comprensione di due elementi:
- il centro di percezione (CP), che è il punto doloroso;
- il centro di coordinazione (CC), che è il punto in cui convergono le forze dei muscoli che eseguono il movimento di un osso.
La terapia
Il release miofasciale si basa sulla premessa che il terapista possa facilitare l’innata capacità del paziente di correggere la disfunzione dei tessuti molli che è una fonte della sua sintomatologia dolorosa.
Il release miofasciale è una tecnica di stretching altamente interattiva che richiede un feedback dal corpo del paziente per determinare la direzione, la forza e la durata dell’allungamento e per facilitare il massimo rilassamento dei tessuti tesi o contratti. Riconosce che un muscolo non può essere isolato da altre strutture del corpo.
Il release miofasciale è una tecnica di stretching passivo, nel senso che il paziente non contrae attivamente nessun muscolo per allungare la contrattura o scaricare la tensione. Il suo ruolo è quello di stare sul lettino, concentrarsi sulle sensazioni del proprio corpo e permettere a questo di dirigere il trattamento del terapista. Quando il paziente funziona su questo livello, il release miofasciale assume la qualità di una danza talmente sciolta che è impossibile dire chi stia portando e chi stia seguendo.
Poiché né il muscolo bersaglio, né il suo antagonista stanno lavorando contro l’allungamento, l’attivazione delle fibre nocicettive – che trasmettono l’informazione dolorosa – è meno probabile: lo stato di rilassamento è così naturale e completo che non è raro che il paziente si addormenti durante la seduta.